Ambasciatore del Vietnam S.E. CAO CHINH THIEN in visita ufficiale a Bari ( 21 Settembre )
Visita organizzata dall'Istituto per la Cooperazione con Paesi Esteri
Questa mattina il vicesindaco Vincenzo Brandi, l’assessora allo Sviluppo economico Carla Palonee il consigliere comunale Lucio Smaldone, hanno ricevuto a Palazzo di Città l’ambasciatore della Repubblica socialista del Vietnam Cao Chinh Thien, in questi giorni in visita ufficiale nel capoluogo pugliese per incontrare alcune autorità cittadine con l’obiettivo di fare il punto sui rapporti commerciali e culturali che legano la Puglia e il Vietnam.
Nel corso dell’incontro il vicesindaco Brandi ha confermato il sentimento di amicizia che lega la città di Bari allo stato del Vietnam, assicurando la disponibilità dell’amministrazione a favorire scambi culturali e ventilando la possibilità che Bari ospiti la sede del consolato onorario vietnamita, che sarebbe punto di riferimento per tutto il Mezzogiorno. L’assessora Palone, invece, ha garantito la massima disponibilità dell’amministrazione a intraprendere ogni azione possibile per favorire scambi commerciali reciproci, anche a fronte del progetto di rilancio che attualmente interessa la Fiera del Levante.
Successivamente alle ore 12.00 la delegazione formata dal Presidente dell'Istituto C.P.E. Pace si sono recati alla Presidenza della Giunta Regionale per incontrare il Presidente Dott. Michele Emiliano.
Questa mattina presso la sede della Presidenza della Regione Puglia il Presidente Michele Emiliano ha incontrato l’Ambasciatore del Vietnam Sig. Cao Chinh Thien.
Argomenti dell’incontro: la cooperazione economica e commerciale tra il Vietnam e la Regione Puglia, la possibile cooperazione in campo sanitario, le concrete possibilità di sviluppo nella cooperazione al turismo, con turisti vietnamiti che visitano la Puglia e la possibilità di promuovere la partecipazione di imprese pugliesi al Food Expo, la fiera del Food che si organizzerà in Vietnam dal 16 al 19 Novembre, dove l’Italia sarà il Paese d’onore.
La delegazione ospitante era composta dal Prof. Domenico Laforgia, Direttore Dipartimento Sviluppo Economico, Innovazione, Istruzione, Formazione e Lavoro; dal Dott. Giovanni Gorgoni, Direttore del Dipartimento per la Salute della Regione Puglia.
VISITA AL POLITECNICO DI BARI
Il giorno 21 Settembre, alle ore 16.00, il Prorettore del Politecnico di Bari, Prof.ssa Loredana Ficarelli , ha ricevuto presso il Politecnico undelegazione vietnamita in visita ufficiale presso il capoluogo pugliese per fare il punto sui rapporti commerciali e culturali che legano il Vietnam e la Puglia. Hanno partecipato all'incontro, da parte vietnamita l'Ambasciatore della Repubblica Socialista del Vietnam in Italia, S.E. Cao Chinh Thien e il Secondo Segretario, Dr. Dang Khanh Linh; il Politecnico era rappresentato dal Prorettore Prof. Loredana Ficarelli, il Delegato per l'internazionalizzazione delle ricerca, Prof.ssa Anna Bruna Menghini, il prof. Michele Ruta e la Prof.ssa Annalisa Di Roma. Erano presenti inoltre la Dr.ssa Maily Anna Maria Nguyen, responsabile dell'Unioncamere Emilia-Romagna e il Dr. Giuseppe Pace, in rappresentanza dell'Istituto per la Cooperazione con i Paesi Esteri. Il Prorettore ha presentato l'Istituzione barese, la sua identità e le sue potenzialità in rapporto al territorio e alle collaborazioni estere; i prof. Ruta, Menghini e Di Roma, hanno illustrato la struttura, l'organizzazione, le attività di ricerca e di didattica che vi si svolgono e gli accordi in atto con le istituzioni vietnamite, in particolare la National University of Civil Engineering di Hanoi. L'Ambasciatore ha evidenziato la volontà da parte vietnamita di stringere rapporti sempre più allargati e solidi con il mondo economico italiano e le sue istituzioni universitarie e di ricerca, di cui realtà pugliese e il Politecnico (con il suo coinvolgimento nel programma Industria 4.0, con le sue competenze nell'ambito dell'ICT, della valorizzazione del Patrimonio e dell'Industrial Design), rappresentano un esempio di particolare interesse. Inoltre si è discusso sulle possibilità di incentivare, da parte del Politecnico, l'accoglienza di studenti vietnamiti.a
ROMA 22 Febbraio 2016
Il giorno 22 Febbraio 2016, il Presidente e il Vive Presidente dell'Istituto per la Cooperazione con i Paesi Esteri si sono recati all'Ambasciata del VietNma a Roma in Via di Bravetta, per salutare il nuovo Ambasciatore S.E. CAO CHINH THIEN.
L'incontro e durato circa due, nell'arco della riunione sono stati evidenziati diversi argomenti è, come il Vietnam galoppa con la propria economia, il pil negli anni 2000 ha raggiunto il 7%, per il 2020, si prevede che si ruggiunga il 9/10%, perchè la politica del Paese con le riforme prevede per il 2020 di raggiungere il 10%.
Inoltre, l'ho stesso Ambasciatore, si è espresso che durante il periodo dei primi mesi del 2016, vorrebbe visitare la nostra Regione e le rispettive autorità Regione, Sindaco, Associazione Industriali, Camere di Commercio, Università e la Regione Puglia.
ALCUNE INFORMAZIONI SULLO SVILUPPO
Il Vietnam sta portando avanti un’intensiva ed estensiva riforma con l’obiettivo di portare un nuovo impulso per mantenere il tasso di crescita economico raggiunto nel periodo 1990-2010 (approssimativamente il 7%). Questo è un obiettivo veramente importante per il Vietnam, per evitare la trappola del reddito medio e diventare un paese industrializzato. E’ veramente interessante notare come il Vietnam sia in un periodo di transizione, entrando in una nuova fase di sviluppo. Il piano di ristrutturazione economica del Vietnam è stato sviluppato sulla base della valutazione dei 25 anni di riforme, identificando i problemi rimanenti nello sviluppo del meccanismo delle nuove politiche. Certamente l’economia globale è in transizione e così lo sono anche molte economie, compresa quella del Vietnam.
Dopo alcuni decenni di globalizzazione il boom insieme al progresso delle scienze, della tecnologia, delle telecomunicazioni e dei trasporti, ci ha portato a molti benefici che hanno condotto a nuove prospettive per molti paesi. Dopo quasi 30 anni spesi nel portare avanti una duplice politica di riforme, ristrutturazione interna e politica di apertura, il Vietnam ha ottenuto impressionanti progressi. Da un’inflazione galoppante intorno al 280% all’anno del periodo 1985-1988, l’inflazione è stata ridotta ad una sola cifra nel corso degli Anni Novanta. Da un’economia stagnante come quella degli Anni Ottanta, il Vietnam è diventato un’economia dinamica con una crescita media del PIL del 7% nel periodo 1991-2012, che ha aiutato ad aumentare il PIL procapite da 86 dollari (1988) a 1911 dollari (2013), rendendo il Vietnam un paese a reddito medio. Il livello di famiglie povere è stato ridotto dal 58% (1988) al 10% (2013).
I successi sopra menzionati sono stati raggiunti grazie ad una riforma intensiva ed estensiva associata ad un modello di trasformazione strutturale. Il Vietnam è stato visto come un caso di successo nel variare il suo lavoro dal settore agricolo con bassa produttività ai settori dell’industria e dei servizi con alta produttività. La percentuale di impiegati nell’agricoltura è stata ridotta da più del 70% nel 1990 ad approssimativamente il 46% del 2013, risultando in una crescita del settore industriale e dei servizi. Il lavoro nel settore industriale è cresciuto continuamente per più del 10% dal 2000, in particolare quello nell’elettricità e nella produzione e nell’assemblaggio dell’elettronica ha toccato il 30% all’anno.
Per trasformare effettivamente la struttura economica, il Vietnam ha portato avanti una serie di riforme interne che comprendono:
Innanzitutto, le riforme istituzionali sono state assunte con l’obiettivo di creare un’economia dai tanti proprietari: statali, privati e stranieri, oltre al rimuovere allo stesso tempo le barriere per liberalizzare le forze produttive. La mole della proprietà di Stato è stata sensibilmente ridotta in un tempo relativamente ridotto, per fare spazio ai settori privati e stranieri. La quantità di impiegati nel settore statale è stata ridotta dal 40,2% del PIL del 1995 al 32,2% del 2013.
Sviluppare i mercati finanziari per migliorare l’efficacia nell’allocazione delle risorse è stato uno dei pilastri principali. Da un solo sistema bancario (non c’era alcun concetto di banca commerciale nell’economia dirigista), il Vietnam è passato a 307 istituzioni finaziarie, tra cui 87 banche, 138 fondi di sviluppo e di investimento per le imprese e 46 compagnie assicurative.
Secondariamente, è stato portato avanti un programma di industrializzazione in associazione con la politica di apertura, per integrare il Vietnam con l’economia mondiale. L’industria e i servizi sono stati i due settori che hanno sostenuto maggiormente la crescita economica nei decenni passati.
Per supportare il processo di industrializzazione, il Vietnam ha perseguito una politica di apertura, per integrarsi maggiormente con l’economia mondiale. L’import-export sul PIL ha raggiunto adesso il 170%. La crescita media dell’export all’anno ha raggiunto quasi il 20% nel periodo 1990-2013, rimanendo ancora intorno al 15% negli ultimi anni, nonostante l’impatto della recessione economica globale. Gli investimenti stranieri diretti (FDI) sono cresciuti del 20% all’anno in media durante il periodo 1990-2013, diventando un’importante componente dell’economia nazionale.
Il settore degli investimenti stranieri diretti ha contribuito per quasi il 70% dell’export nazionale ammonta per circa il 20% del totale degli investimenti nazionali. Da maggio del 2014, ci sono stati oltre 16mila investimenti stranieri diretti per progetti in Vietnam, con un capitale totale registrato di quasi 240 miliardi di dollari. Dal mio punto di vista, ci sono almeno cinque fattori, chiamati le “cinque S”, che rendono il Vietnam la scelta di molti investitori stranieri, inclusi quelli provenienti dall’Europa Mediterranea e Meridionale.
La prima “S” si riferisce alla locazione strategica.Il Vietnam si trova nel cuore dell’Asia Orientale, una delle regioni più dinamiche ed in veloce crescita economica nel mondo. Il Vietnam è un ponte che collega i paesi dell’Asia Nord Orientale, ovvero la Cina, il Giappone e la Corea e gli Stati membri dell’ASEAN. La partecipazione del Vietnam a varie forme di cooperazione inter ed intra regionale, compresi i trattati di libero commercio con grandi economie come la Cina, gli Stati Uniti ed il Giappone, abilita il paese a collaborare più efficacemente ai legami che portano agli scambi fra Asia Orientale e Pacifico, col risultato di una forte crescita economica in questa regione.
La seconda “S” descrive il Vietnam come un paese dallacrescita economica sostenuta. Tra il 1991 ed il 2000 l’economia è cresciuta con un tasso intorno al 7%, e nonostante le molte difficoltà fronteggiate dal paese fra il 2011 ed il 2013, la crescita del PIL ha comunque raggiunto il 5,6%. E’ importante notare come il PIL del Vietnam sia notevolmente più alto su una base trimestrale dal primo 2013. E’ stato stimato che il PIL del Vietnam crescerà del 6-7% nel 2014-2015 e anche di più.
La terza “S” significa stabilità politica e sociale. Ciò, in combinazione con l’obiettivo del Governo di assicurare i diritti legittimi degli investitori, è stato uno dei maggiori vantaggi del Vietnam per molti anni e spiega perchè esso sia sempre considerato una meta sicura per gli investitori stranieri.
La quarta “S” implica una forte domanda di mercato nel paese. Oggi la popolazione del Vietnam è di circa 90 milioni di persone, ed il paese risulta avere la classe media più in crescita di tutta l’Asia Sud Orientale. Si è calcolato che la classe media in Vietnam raddoppierà di dimensioni tra il 2014 ed il 2020, da 12 a 33 milioni. Questo renderà il Vietnam un mercato attraente per gli investitori stranieri anche negli anni a venire.
L’ultima “S”, veramente significativa, enfatizza il rafforzamento della cooperazione bilaterale fra il Vietnam ed i paesi europei.Molti paesi europei sono importanti partners del Vietnam e le loro relazioni con quest’ultimo negli ultimi anni si sono ulteriormente rafforzate. Un importante passo è stato la firma del Trattato di Partnership e Cooperazione (PCA) tra il Vietnam e l’UE nel 2012, che ha creato le fondamenta per una più profonda cooperazione bilaterale nello spirito di un comune beneficio, di comprensione e di partnership su basi uguali. Nel raggiungere incoraggianti successi negli ultimi 30 anni, l’economia del Vietnam ha affrontato anche molte sfide. La crescita economica è stata rallentata negli ultimi anni; gli aspetti macroeconomici sono stati sottoposti ad un’intensa pressione ed hanno presentato anche squilibri.
L’economia appariva un tempo meno competitiva, con una bassa produttività. Il vecchio modello di sviluppo economico non può più bastare a portare e mantenere una sufficiente crescita economica. Per evitare la trappola del reddito medio, l’economia del Vietnam ha bisogno di un nuovo e più potente passaggio. Ben consapevole di questo, il Vietnam ha lanciato un piano di ristrutturazione intitolato “Ristrutturazione economica combinata col rinnovamento del modello di crescita e con miglioramenti nella qualità, nell’efficienza e nella competitività economica”.
Il programma di ristrutturazione, lanciato a partire dal 2011, ha tre punti chiave: – Migliorare la base istituzionale per un’economia principalmente di mercato, con un focus nel creare un ambiente equo per la competizione e le riforme amministrative. – Sviluppare rapidamente risorse umane di alta qualità. – Costruire un sistema di infrastrutture sincronizzato. Questo programma di riforme, differente da quello precedente iniziato tre decenni prima, si focalizza in un profondo ed interiore cambiamento. Insieme alle riforme interne, il Vietnam continua ad implementare la politica di apertura e ad accelerare il processo di integrazione. E’ diventato infatti un membro attivo dell’ASEAN.
L’esperienza del Vietnam negli ultimi tre decenni di sviluppo hanno dimostrato che i due punti delle riforme interne e dell’integrazione hanno relazioni molto strette e motivate fra loro. Basata sulla recente fondazione dei criteri sopra menzionati, l’economia del Vietnam opererà seguendo questi fondamentali orientamenti:
- Migliorare l’istituzione di un’economia prevalentemente di mercato con un orientamento socialista; creare un ambiente uguale e trasparente per la competizione tra i settori economici; massima mobilità ed effettivo uso delle risorse economiche. Regolare propriamente le relazioni fra Stato e mercato verso lo Stato gioca un ruolo nel creare e nel regolare il mercato.Insieme con l’accelerazione del processo di equalizzazione economica, bisogna continuare le riforme per assicurare che lo Stato sosterrà meglio la sua funzione come imprenditore delle imprese da esso possedute. La politica finanziaria nazionale deve essere definita in un modo che possa ragionevolmente incoraggiare, effettivamente allocare ed usare le risorse nazionali per lo sviluppo socio-economico. La politica monetaria deve attivamente e flessibilmente promuovere una crescita sostenibile, il controllo dell’inflazione, e stabilizzare la valuta. Il ruolo della Banca di Stato nella pianificazione e nell’implementazione dell’economia monetaria deve essere aumentato.
- Sviluppare fortemente l’industria verso la modernità, migliorare la qualità e la competitività. Ristrutturare la produzione industriale verso una crescente produzione scientifica, tecnologica e con contenuti locali. Dare la priorità allo sviluppo dei prodotti con vantaggi comparativi e dei prodotti col potenziale di partecipare alla produzione globale e alla catena del valore. Sviluppare fortemente il sostegno all’industria.
- Sviluppare il settore dei servizi, soprattutto quelli ad alto valore, grande potenziale e competitività. Sviluppare il settore dei servizi per raggiungere un alto tasso di crescita piuttosto che quello della manifattura è una direzione importante nel cambiare la struttura economica.
- Sviluppare rapidamente le infrastrutture, in particolare nei trasporti e nell’energia.
- Sviluppare le regioni in modo armonico e sostenibile; sviluppare nuove aree urbane e rurali. Promuovere lo sviluppo di ogni regione, e creare collegamenti fra loro. Selezionare un numero di regioni con importanti vantaggi, specialmente le aree costiere per costruirvi alcune zone economiche che servano come motore per lo sviluppo.
- Aumentare l’efficienza e l’efficacia della gestione statale. Accelerare le riforme amministrative; costruire un governo trasparente ed effettivo.
Il processo di ristrutturazione economica del Vietnam ha raggiunto dei primi e positivi risultati iniziali. I dati macroeconomici sono stati mantenuti stabilmente, l’economia ha gradualmente recuperato il suo equilibrio. L’ambiente degli affari è stato positivamente migliorato. Nel periodo 2015-2020, gli obiettivi del Governo Vietnamita sono: crescita annuale del PIL al 6,5-7%; CPI al 5%; crescita media dell’export superiore al 10%; costruire un sistema finanziario e bancario invulnerabile; debito nazionale e pubblico sotto il limite di sicurezza.
Il Vietnam persegue attivamente la politica di apertura e di integrazione, crea un ambiente favorevole agli affari, incoraggia gli investimenti stranieri in Vietnam con principi di vantaggio reciproco ed interessi garantiti a lungo termine. Col vantaggio geoeconomico del Vietnam situato nell’Asia Orientale, che è stata identificata come un motore di crescita per l’economia mondiale negli ultimi decenni; con un grande potenziale in termini di risorse umane, di stabilità politica e col suo pieno di promettenti successi nel piano di ristrutturazione combinati col rinnovamento del modello di crescita economica, questo paese sarà una destinazione attraente per gli investitori stranieri e sarà sempre un partner affidabile nel lungo termine per gli altri paesi.
Dall’esperienza del Vietnam, possiamo dire che le riforme interne e l’integrazione sono una coppia di gemelli. L’alta crescita economica non può essere promossa senza l’integrazione. Viceversa, le opportunità dell’integrazione non possono essere raccolte senza riforme interne. Altrimenti i costi saranno estremamente alti.
La cooperazione economica fra il Vietnam e i paesi europei è stata ampiamente promossa negli ultimi anni. Il volume del commercio tra Vietnam ed UE è cresciuto del 15-20% all’anno ed ha raggiunto un valore di oltre 33 miliardi di dollari nel 2013. L’UE è uno dei più importanti investitori in Vietnam con quasi 1400 progetti che alla fine del 2013 valevano più di 17 miliardi di dollari. In opposizione a questo sfondo, le trattative per l’accordo di libero commercio fra UE e Vietnam (EVFTA) ha creato alte aspettative per gli affari tanto in Vietnam quanto nell’UE. Nelle recenti visite in UE del primo ministro vietnamita Nguyen Tan Dzung, le due parti hanno adottato una dichiarazione comune in cui hanno riaffermato l’importanza di una tempestiva messa in opera dell’EVFTA ed hanno dichiarato di voler raggiungere un risultato ambizioso e bilanciato in tutte le aree di mercato toccate dalle trattative (commercio in beni e servizi, flussi di investimenti, obiettivi pubblici), così come nelle regole e nelle varie discipline legali (protezione della proprietà intellettuale, protezione degli investimenti, doveri nell’export, ecc).
I leaders del Vietnam e dell’UE hanno sottolineato che il raggiungimento dell’EVFTA aiuterà il Vietnam ad integrarsi con successo come economia di mercato nell’economia globale. In base alle più recenti indagini dell’EuroCham sul clima degli affari in Vietnam, 4 su 5 intervistati (nel caso degli operatori europei) si attendono che l’EVFTA porti cambiamenti ai loro affari. La maggior parte degli operatori europei in Vietnam hanno una visione positiva per quanto riguarda il futuro ed ancor più percepiscono la futura EVFTA come una facilitazione nel realizzare questo clima favorevole agli affari. Ci si attende che l’EVFTA aiuti a promuovere investimenti stranieri diretti di alta qualità dai paesi europei al Vietnam, aumentando il commercio in entrambe le direzioni, e di conseguenza trasformando il Vietnam in un hub per il commercio e le attività di investimento europee nel Sud Est Asiatico. Con l’incoraggiamento dei governi del Vietnam e dell’Europa, speriamo che gli operatori europei, ed in particolare gli investitori, portino il potenziale dell’EVFTA al massimo livello espandendo attivamente il commercio e le attività di investimento in Vietnam negli anni a venire. Il potenziale per le relazioni economiche fra il Vietnam e l’UE è in generale molto alto. Le opportunità sono davanti a noi, a darci il benvenuto. Noi speriamo che i rapporti di cooperazione tra il Vietnam e l’UE crescano sempre.
4 NOVEMBRE 2013, AMBASCIATORE DEL VIETNAM VISITA LA PUGLIA